Pepper va all’Expo 2015 – Parte I

Pepper/ Giugno 3, 2015/ Cibo fuori casa, Viaggi/ 0 comments

Questa è la narrazione del primo di due (o forse più) viaggi in quello che dovrebbe essere il regno del cibo, la manifestazione della sostenibilità e della bellezza e bontà delle materie prime di tutto il mondo: Expo 2015.

Tutto è iniziato con due biglietti ricevuti in regalo, a cui poi si sono aggiunti due biglietti ricevuti dalla mia metà milanese. Perché allora non andare almeno un paio di giornate a vedere con i propri occhi come è venuta fuori l’Expo? Ed eccoci qua, due curiosi in cerca di cibo.

Viale principale Expo

Avendo la possibiltà di tornare a breve, per la prima “tappa” abiamo evitato le lunghe code al padiglione zero e al padiglione giapponese, rimandandole alla prossima visita. Arrivati all’ingresso ormai già vicini al mezzogiorno, per prima cosa abbiamo cercato lo streetfood offerto dagli organizzatori di Gluten Free Fest, in modo da mangiare tranquilli. E’ stata la scelta migliore: non mangiavo un panino con la salamella dal 2009 e quello proposto, completato di maionese e cipolle di Tropea stufate, era veramente delizioso.

Il panino con la salamella senza glutine...Che bontà...

Il panino con la salamella senza glutine…Che bontà…

 

Per non perderci nulla, abbiamo assaggiato anche il panino con wurstel e crauti e la piadina con crudo e squacquerone, per poi avviarci verso la fine dell’area espositiva.

Un lungo cammino nella parte centrale, fortunatamente coperta in modo da restare all’ombra almeno nei passaggi tra un padiglione e l’altro, corredato di riproduzioni di cibo, navi e animali, di una teca di raccolta offerte per aiutare il Nepal e di strane figure (nei pressi dei punti CIR) di “cavalli a dondolo male utilizzati”.

Riassumendo: a pranzo streetfood, a merenda un frullato di frutta che perfino Maurizio Merluzzo avrebbe approvato e a cena tortellini ai funghi e patatine dello stand del padiglione del Belgio (peraltro deliziose).

Ovviamente ora vi starete chiedendo: “abbiamo capito che sei riuscita a mangiare bene e senza glutine, ma l’Expo com’è?”. Bella e da vedere. Nonostante gli articoli di critica che circolavano e tuttora si vedono online, vale la pena di andarci almeno una volta. Certo non è carino vedere personale incollare le bande gialle sui gradini o dare ritocchi di vernice qua e là, ma il sito dell’esposizione è pulito, ben organizzato e facilmente raggiungibile con i mezzi.

Vaporizzatori e distributori di acqua naturale o gasata rendono il caldo meno soffocante, tutto è ordinato e pulito e l’atmosfera è decisamente allegra. In questa prima visita abbiamo scelto di vedere alcuni padiglioni.

Tra tutti, quello che più ci ha colpito è il padiglione Israeliano. Nella sua semplicità è interessante e commovente, si esce con una sensazione di coraggio e di ottimismo.

Israele

Al secondo posto della classifica temporanea dei padiglioni visitati, quello francese, preceduto da un percorso in mezzo alle coltivazioni e cosparso di “cupole sensoriali” come quella colma di bustine di tisane dal profumo inebriante. Dal soffitto pendono tutti i prodotti che potete immaginare quando pensate ai nostri “cugini” francesi.

Tecnologico e perfettamente organizzato, il padiglione americano ha come punto forte la visione di sette video che spiegano come si mangia negli USA e il personale simpatico e espansivo, come solo gli americani sanno essere.

Nel padiglione russo, il cui ingresso è sormontato da un’enorme superficie a specchio, si celebra, tra le altre cose, la tavola periodica di Mendeleev. Viene offerta una tisana e periodicamente è possibile assistere a degli showcooking. Fuori dal padiglione una graziosa ballerina in costume chiede chi vuole imparare la danza dei cucchiai che ha appena ballato: ovviamente non ho saputo tirarmi indietro.

La Svizzera ha un padiglione incentrato sulla responsabilità personale. Mi duole dirvi che ci si rende conto di come si comporti l’uomo ed è un’esperienza che ti cambia la prospettiva.

Dell’enorme padiglione Italiano, abbiamo visto soprattutto la Liguria: come potevamo resistere alla tentazione delle ricette da portar via e al profumo del basilico?

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Il padiglione tedesco è corredato da panchine e da una piazza con delle tribune. In alto musica jazz suonata da bravissimi giovani e in piazza il tripudio dei bonghi.

L’Indonesia offre un giro turistico dall’alto attraverso Oculus, esperienza davvero entusiasmante, mentre il padiglione dell’Oman mostra al suo ingresso una gigantesca meridiana/fontana.

Tante le sculture, come l’enorme Dodo, e tante le esibizioni, dal coro davanti al minuscolo padiglione della Romania alla signora che usa il telaio con ipnotizzante maestria dentro il padiglione Ungherese.

E così, passando per il Vaticano, che espone uno stupendo quadro, la casa don Bosco, Slow Food e la Moldavia, circondati da sottilissime cascate verticali, abbiamo terminato il nostro primo giro all’Expo 2015. Ma non preoccupatevi, perché questo è solo l’inizio. Presto Pepper tornerà all’Expo per finire il giro per voi, come sempre accompagnata da un adorabile milanese imbruttito, perché comunque “giochiamo in casa”.

Vi lascio temporaneamente confortandovi sul fatto che anche qui non ho potuto fare a meno di comprare un libro, questa volta di cucina Brasiliana.

A prestissimo.

Pepper

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